Festa del beato Pietro: Perchè gli Olcenenghesi rinnovano il voto a san Pietro Levita
Salussola 4 maggio 2019 – Perchè gli Olcenenghesi rinnovano il voto a san Pietro Levita. È dal 1484 che si rinnova il cammino da Olcenengo a Salussola, e la tradizione si ripeterà domani (oggi per chi legge). Non venne mai interrotta, neppure durante la Seconda guerra mondiale, quando a percorrere il tragitto furono sedici pellegrini che sfidarono i pericoli. La processione in voto a San Pietro Levita è giunta alla 535ª edizione. Il percorso di 24 chilometri parte alle 8 da Olcenengo, fa tappa a Vettignè per la colazione e arriva alle 12 a Carisio con pranzo al sacco in oratorio; poi il pellegrinaggio proseguirà verso il Brianco per arrivare a Salussola alle 16,30. Qui la comunità di Salussola accoglierà i pellegrini come sempre rinnovando il gemellaggio tra i due paesi. La vicenda risale al 1484 quando Olcenengo fece il voto del pellegrinaggio annuale a Salussola all’urna del Beato Pietro Levita. Il voto fu fatto durante una grande epidemia di peste e fu continuato senza interruzione. Si narra di un miracolo compiuto a Olcenengo da San Pietro: una bambina sordomuta andò a pascolare le oche fuori del paese e qui le apparve il Santo e la guarì. Dove avvenne il miracolo la popolazione eresse una cappella. Come detto i vercellesi non interruppero mai la tradizione, e si misero in viaggio anche durante la guerra. Sedici temerari fecero il solito tragitto che passa tra le risaie allagate: all’epoca era pericoloso spostarsi. Ma c’era un voto da mantenere vivo. Anche Salussola è devota a San Pietro Levita: uno dei miracoli a lui attribuiti è la salvezza della gente di Salussola durante la contesa che aveva opposto gli Sforza ai Savoia. La collina su cui sorge il borgo venne messa a fuoco, mentre le fiamme arrivarono fino all’altezza delle mura di cinta, e quando pareva che tutto il paese dovesse ridursi in cenere, per miracolo, le fiamme, per l’improvviso levarsi del vento, volsero verso il nemico costringendolo alla fuga, e del fuoco non rimase alcun danno. A Olcenengo nel 1864 si costruì una cappella in onore di San Pietro Levita, ad opera di alcuni benefattori. La notte fra il 2 e 3 novembre 1968, la terribile alluvione che tanti danni fece al paese la investì e la distrusse. Il «Giesot», come viene chiamata dagli olcenenghesi la chiesetta di San Pietro Levita, nel 1974 è rinato a pochi passi dal luogo dove sorgeva l’antica chiesa. ( foto e testo di Jacopo Massa/Olcenengo )
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