In 700 metri di scavo racchiusi 3500 anni di storia Salussolese
Chi l’avrebbe mai detto che Salussola, ma solo una sua parte, avesse una storia tanto antica, i più addentro avrebbero subito asserito che iniziava dai primi insediamenti liguri e celti di Vittimulo, ma è vero solo in parte, perché i recenti scavi archeologici lo hanno negato. E perché diciamo una parte di essa, perché i ritrovamenti sono emersi in una zona del paese, Puliaco, dove fino al 1376 non era giurisdizione di Salussola. L’attuale Comune di Salussola era diviso in due parti, e il torrente Elvo ne era il confine naturale. La parte collinare, compreso il Brianco, era girisdizione dei Bulgaro, mentre la parte pianeggiante era degli Avogadro, ma entrambi erano valvassori del vescovo conte di Vercelli. Ma approfondiremo la cosa in un prossimo articolo di divulgazione storica. Grazie alla complicità del rinnovo del metanodotto della Snam Cavaglià – Biella, in regione Aunei-Pugliacco, dagli scavi è emerso un mondo che si pensava fermo al medioevo, invece sono venuti alla luce reperti e tracce ancora più antiche, dall’età romana, alla celtica, fino all’età del bronzo. E’ riemerso il vecchio insediamento di Puliaco, il villaggio legato alla pieve di San Pellegrino, San Pallarin o San Pajarin detto in vulgo locale. Già tra febbraio e marzo 2017 si sono visti i primi indizi, e le scoperte sono seguite, una dopo l’altra, in quei 700 metri di scavo. Se si fosse proseguito oltre la trincea sarebbe emerso tutto il villaggio di Puliaco, ma purtroppo non è stato possibile, e con l’inizio di agosto tutto è ritornato come prima, e le scoperte di Puliaco andranno a finire solo sulla carta, in attesa che i posteri abbiano maggiori possibilità economiche per riportarle nuovamente alla luce del sole. Una scoperta così importante, senz’altro la più importante degli ultimi decenni di tutto il Biellese, non tanto economicamente ma storicamente, è rimasta pressoché segreta per oltre un anno, e non poteva essere riservata ai pochi, tanto che c’è stata una conferenza stampa di divulgazione ai media, presso il Municipio di Salussola. La divulgazione ha permesso di apprendere quanto scoperto in quei 700 metri; dalla strada romana, alla medievale con impronte di ruote di carro e solchi d’acqua laterali, alla fattoria con ampi depositi, all’edificio medievale, forse un castrum, ma non ben identificato, con a lato un quadrangolo che potrebbe essere stata una torre. Scostato, forse nel cortile, un pozzo artesiano tardo medievale, che ancora conteneva dell’acqua, ed un canale perimetrale alla pieve di San Pellegrino ed al villaggio, ed un reticolo celtico di canalizzazioni per i campi, e delle capanne con all’interno tracce risalenti all’età del bronzo, ed oltre, verso il paese Vigellio, dove il terreno crea una leggera ripa, una villa di impronta romana del IV secolo, con tracce di ciottolato interno del cortile.
claudio.circolari@salussola.net
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