Ha 1.140 anni il documento che sancisce l’esistenza del paese di Salussola
Ha 1.140 anni il documento che sancisce l’esistenza del paese di Salussola. Il dominio dei vescovi Vercellesi su Salussola appare sancito per la prima volta in documento che si trova nell’Archivio Civico di Vercelli, è un Diploma dato a Pavia il 16 marzo 882 da Carlo III detto il Grosso, ultimo imperatore carolingio, da poco succeduto al padre Ludovico il Germanico, per ingraziarsi Liutwardo vescovo di Vercelli. lo storico Cipolla illustra che con il diploma vengono dichiarati quali furono gli eredi del Castello degli Ittimuli, cioè le due corti di Salussola e Petrorio, l’odierna Parogno: ” ... curtes duas in Castello Victimolensi, Salutiolam e Petrorium “. Questo dimostra che Salussola e Vittimulo, o Vittimula secondo altri, coesistevano, e che quest’ultima fosse stata distrutta durante le invasioni degli Ungari e dei Saraceni tra l’VIII e il IX secolo, mentre l’esistenza di Salussola è definitamente sancita. In epoca feudale le curtes erano dei paesi di una certa importanza, paragonabili agli attuali capoluoghi di provincia, e, secondo il Rondolino, ” paesi ove l’imperatore od i suoi conti tenevano giudizio “. Con la parola castellum, in quei tempi non si voleva dire castello come lo intendiamo ora, ma bensì un luogo fortificato, anche se molto esteso e formato di numerosi bastioni e fortilizi, occupanti magari intere colline o alture. La Serra e la Bessa, sparsi di casali, dovevano costituire tutto un baluardo di difesa contro le irruzioni dei Salassi e forse anche dei Taurini, tutti avidi dell’oro della Bessa. Due nuclei di questa linea difensiva dopo la scomparsa di Vittimulo, rimasero Salussola e Parogno (Zubiena).
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