Decidere di prendersi un anno sabbatico può avere dei vantaggi o è solo una perdita di tempo? Cosa dicono gli esperti
Non sono in pochi a decidere, una volta completato il proprio percorso di studi, di prendersi un anno sabbatico. 365 giorni da dedicare alle proprie passioni, viaggiando alla scoperta del mondo o concretizzando piccoli o grandi progetti rimasti nel cassetto per mancanza di tempo. Ma anche un lungo periodo di tempo per fare maggiore chiarezza nella propria testa e capire se la strada intrapresa sia quella corretta, lavorativamente parlando, oppure se alcune idee vadano ripensate; insomma un modo per orientarsi meglio prima di entrare a piè pari nel mondo del lavoro.
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Quello che in tanti si domandano e che rappresenta spesso un argomento di discussione, è se l’anno sabbatico abbia una effettiva utilità, consentendo di acquisire maggiore consapevolezza di come andrà delineandosi il proprio futuro oppure se, più banalmente, rappresenti una sorta di perdita di tempo per concedersi una ‘lunga’ vacanza della durata di dodici mesi. Ecco che cosa dicono gli esperti.
Anno sabbatico, perdita di tempo o utile per il futuro? Parlano gli esperti
Un’indagine condotta da Inapp rivela che il 73% dei giovani non ha idea di quale sarà la sua occupazione futura oppure quali competenze vorrà acquisire e sviluppare. Insomma ad oggi il disorientamento in merito a quella che sarà la propria carriera lavorativa è forte e riguarda sia i ragazzi che le ragazze italiane. Da qui l’idea di prendersi un anno sabbatico, 365 giorni per fare nuove esperienze non necessariamente nel Belpaese, viaggiando all’estero, conoscendo persone o attività diversi e capendo quale sia la strada giusta da percorrere. Anche solo ritagliarsi qualche mese di tempo per seguire strade differenti rispetto al percorso tracciato potrebbe, a detta di molti esperti nella selezione del personale, portare a risultati estremamente positivi in termini occupazionali.
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L’indecisione potrebbe dunque essere superata grazie ad un percorso esperienziale alternativo, sviluppando competenze nuove legate all’intreccio tra culture, lingue e paesi diversi. Superando il tradizionale binomio studio-lavoro e riflettere in tal modo sul proprio futuro. Ad oggi, come rivelato da uno studio condotto da Skuola.net con Elis, dopo aver conseguito il diploma almeno il 16% degli studenti decide di prendersi del tempo e questa percentuale sta crescendo da quattro anni a questa parte. Secondo il 28% di essi il motivo è legato alla volontà di non fare scelte sbagliate, prendendosi una pausa per riflettere.
Certo, il rischio di rientrare a casa dopo un anno e trovarsi ugualmente senza un percorso sicuro provando la sensazione di aver perso tempo è concreto e possibile. Ragion per cui anche la decisione di prendersi un anno sabbatico deve essere presa con grande consapevolezza e, almeno, con un’idea di massima di ciò che si intenderà fare nel corso dei successivi dodici mesi.