Quando sono cominciate ad apparire decine di certificati di malattia, l’azienda ha compreso che i dipendenti erano tutti d’accordo sul marinare il lavoro: la reazione è stata sorprendente e per certi versi esemplare.
Le aziende tendono ad applicare regole ferree per impedire che i dipendenti si prendano libertà nocive alla produzione, un meccanismo di difesa necessario contro quei furbetti che vogliono approfittare del contratto e della retribuzione fissa, nonché delle leggi a protezione dei diritti, aggirando le regole e le norme vigenti.
In Italia siamo abituati a sentire e leggere notizie di dipendenti (specialmente quelli della PA) che approfittano della mancanza di controllo per farsi gite fuori porta o per assentarsi durante il turno di lavoro. Una pratica che con il tempo diventa abitudinaria e che va a discapito dei colleghi più ligi e della produttività dell’ufficio o dell’azienda.
Chiaramente simili comportamenti, una volta venuti a galla, vengono puniti e se reiterati comportano la perdita del posto di lavoro. Ma cosa succede se ad assentarsi e a decidere di non lavorare senza un valido motivo sono tutti i dipendenti dell’azienda? Il caso più noto è quello dello sciopero.
Scioperare è un diritto del lavoratore, tuttavia l’astensione dal lavoro per sciopero non è considerata una motivazione valida e l’azienda può applicare una sanzione che può corrispondere alla mancata retribuzione del giorno di lavoro perso o in una multa per il dipendente che ha deciso di assentarsi.
Ma cosa succede se l’assenza collettiva non è giustificata nemmeno dalla lotta per un diritto? Questo è il caso che si è verificato lo scorso 28 febbraio 2025, quando i dipendenti della Pocketpair – azienda che sviluppa videogame, il più noto Palworld – hanno cominciato ad inviare certificati di malattia relativi proprio al 28 febbraio.
Non era difficile comprendere che si trattava di una finta malattia e che i dipendenti si erano messi d’accordo, inoltre – trattandosi di un’azienda del settore – era chiaro che la motivazione era proprio il lancio dell’ultimo videogame di Capcom. Immaginate quale possa essere stata la conseguenza e poi pensate a tutto l’opposto.
In un contesto normale una simile condotta avrebbe portato quantomeno ad un richiamo e ad una sanzione, ma PocketPair ha compreso l’esigenza dei dipendenti ed ha deciso di assecondare la loro volontà di giocare il titolo al lancio concedendo un giorno di ferie supplementare a tutti i dipendenti.
Insomma non solo hanno ottenuto ciò che volevano, ma non perderanno né la paga quotidiana né un giorno di ferie. Una decisione in controtendenza che però potrebbe aumentare sia la soddisfazione che la produttività del team, consapevole di poter rivendicare il diritto di godersi un evento mondiale senza timore di perdere il posto di lavoro o la paga.
In Giappone, infatti, il lancio di Monster Hunter Wilds ha un’importanza che può essere paragonabile a quella di una partita della nazionale di calcio durante i mondiali nel nostro Paese, quanto sarebbe bello poter saltare il giorno di lavoro per seguire gli azzurri?
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