Le banche stanno cominciando a videochiamare i propri correntisti: perché lo fanno e come dovremmo reagire se dovesse succedere.
Viviamo in un’epoca digitalizzata, in cui la maggior parte dei servizi può essere gestita tramite smartphone. In questo contesto, dove è possibile fare la spesa online e riceverla a casa, emergono anche le banche digitali, che, pur appoggiandosi a istituti bancari tradizionali, consentono di effettuare la maggior parte delle operazioni telefonicamente o tramite app.

Tuttavia, ci troviamo anche nell’era delle truffe online: inganni che mirano a imitare servizi legittimi con l’intento di sottrarre informazioni e, nella maggior parte dei casi, denaro. È in questo scenario che la fiducia comincia a vacillare, creando una distorsione tra ciò che è reale e ciò che è un raggiro ben architettato.
Se da un lato l’informazione ci sta aiutando a capire che un operatore bancario non ci chiamerà mai per chiedere dati sensibili né per invitarci a cliccare su link sospetti, cosa dovremmo fare se ricevessimo una videochiamata da un operatore che ci mostra il suo volto? Qui la situazione si complica, ma è importante ricordare che si tratta comunque di una truffa: ben congegnata, ma pur sempre una truffa.
La truffa della videochiamata bancaria: cos’è e come funziona
Purtroppo, la truffa della videochiamata bancaria sta guadagnando terreno, e WhatsApp è uno dei principali canali attraverso cui questi inganni vengono portati avanti. Questo tipo di truffa è una novità rispetto ai tradizionali messaggi o chiamate, ed è estremamente pericolosa per la sua capacità di utilizzare la comunicazione visiva. Vediamo come funziona e come possiamo difenderci.

I truffatori si fingono operatori bancari e contattano le vittime tramite videochiamate su WhatsApp. Si presentano con un presunto problema urgente sul conto corrente, spesso legato alla sicurezza. L’obiettivo è usare il volto in video per creare fiducia e abbassare la guardia. Ma attenzione, anche se vediamo una persona, non è detto che sia reale.
I truffatori usano tecnologie come l’intelligenza artificiale e i deepfake per creare video realistici, rendendo ancora più difficile identificare il trucco. Il raggiro inizia quando il finto operatore chiede di condividere lo schermo per ‘risolvere’ il problema. A questo punto, i dati sensibili della vittima finiscono nelle mani sbagliate, come:
- credenziali bancarie e codici di accesso;
- dati personali (indirizzi, numeri di telefono);
- immagini e video privati, che potrebbero essere usati per ricatti;
codici OTP per autorizzare bonifici o prelievi.
Con questi dati, i truffatori possono accedere ai conti correnti o usarli per altre frodi in futuro. Come difendersi? Beh in primo luogo è bene non rispondere mai a numeri sconosciuti, né a chiamate né a videochiamate. Nessuna banca chiederà mai di condividere lo schermo: se succede, è una truffa. Se ricevi una chiamata sospetta, chiudila subito e contatta la banca solamente tramite i canali ufficiali.