Moltissimi utenti stanno inviando messaggi vocali anonimi grazie a una nuova funzione: ecco come si attiva e a cosa serve.
WhatsApp è ormai parte della quotidianità di (quasi) tutti, e questo è un dato di fatto. Ciò che spesso sfugge, però, sono le nuove funzioni che vengono introdotte nel tempo. Alcune migliorano l’esperienza d’uso, altre servono a mantenere gli utenti incollati alla piattaforma.

Basti pensare ai canali, una funzione che per anni è stata esclusiva di Telegram. E quando WhatsApp non arriva per primo, ci pensano le app esterne a colmare le lacune con integrazioni più o meno utili.
Questa volta a far discutere è una tendenza curiosa che sta spopolando sul web (e ovviamente su WhatsApp): l’invio di messaggi vocali anonimi. Se nascondere il numero è tecnicamente possibile (anche se WhatsApp non lo permette), rendere anonima la propria voce è tutt’altra storia. Per farlo, si usano filtri che modificano il timbro vocale, con risultati a volte sorprendenti.
Ma perché mai qualcuno dovrebbe voler camuffare la propria voce su WhatsApp? E soprattutto, come si fa?
Come camuffare la voce su WhatsApp (e perché farlo)
Per prima cosa, modificare la voce prima di inviare un messaggio vocale su WhatsApp è più semplice di quanto si pensi. Nonostante non esista una funzione ufficiale all’interno dell’app, ma alcune applicazioni di terze parti permettono di alterare il timbro vocale in pochi passaggi.

Basta scaricare un’app di modifica audio, registrare il messaggio direttamente nell’app, applicare un filtro e poi condividerlo su WhatsApp. Le opzioni disponibili sono numerose: si può rendere la voce più profonda o più acuta, aggiungere effetti metallici o robotici, modificarla in modo da risultare completamente irriconoscibile o persino simile a quella di un’altra persona.
Ma perché qualcuno dovrebbe voler camuffare la propria voce? Il motivo più comune è il divertimento: uno scherzo tra amici, un audio inviato per confondere qualcuno o semplicemente il piacere di sperimentare con questi strumenti. Tuttavia, non tutti lo fanno con intenti innocenti.
In ambito legale, un messaggio vocale inviato su WhatsApp può essere utilizzato come prova in tribunale, ma solo se raccolto in modo lecito. Qui entra in gioco la modifica della voce: alterandola, si può negare di essere l’autore del messaggio o almeno sollevare dubbi sulla sua autenticità.
Questo potrebbe tornare utile in situazioni delicate, come una controversia economica, un caso di truffa o una richiesta di mantenimento in seguito a un divorzio. Se la voce è irriconoscibile, diventa più difficile dimostrare chi ha detto cosa.
Insomma, tra chi lo usa per puro svago e chi per sfuggire a eventuali conseguenze legali, la possibilità di inviare vocali anonimi sta già facendo discutere e, con tutta probabilità, continuerà a farlo.