La Cgil Torino ha riferito i numeri delle morti sul lavoro rivelando una verità amara e inquietante. Servono degli immediati cambiamenti.
Sei morti al mese in Piemonte, tre a Torino. Dati che urlano a gran voce la necessità di maggiore sicurezza sul lavoro, più controlli e pene severe per chi non rispetta le regole. Questi numeri devono diminuire, l’esigenza deve diventare obbligo.

In Italia il 2024 è stato un anno drammatico in merito alle morti sul lavoro. In dodici mesi ci sono state 1.090 decessi, 49 in più rispetto il 2023. Il settore delle costruzioni è quello maggiormente a rischio mentre tra i lavoratori i pericoli sono più elevati per gli stranieri e gli over 65. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre ha sottolineato come queste vite spezzate siano nella maggior parte dei casi causate dal precariato, da un’organizzazione del lavoro nelle aziende inefficiente e con grandi lacune nonché dalle carenze nella formazione dei lavoratori.
Delle 1.090 vittime dello scorso anno 805 sono decedute durante lo svolgimento dell’attività lavorativa e 285 in itinere. In Lombardia il numero più alto di morti, 131, mentre in Piemonte ci sono state 67 vite interrotte per infortuni mortali di cui 31 a Torino e Provincia. Il 2025 è iniziato con un aumento dei decessi del 36,4% rispetto il mese di gennaio 2024 mentre sono diminuiti gli infortuni sul lavoro dell’1,2%.
Morti sul lavoro, nei cantieri troppi decessi
Metà dei decessi nei cantieri si sono verificati a Torino e Provincia, lo ha riportato la segreteria Cgil Torino. L’ultima vittima si chiamava Ramadan Ragarb Alaa Abdelkarim, un cittadino egiziano caduto da un’altezza di dieci metri mentre lavorava su un capannone a Leinì. Un’ennesima tragedia – ha sottolineato Sarah Pantò, segretaria della Cgil – evitabile fin dall’inizio. Le cause dietro questi decessi sono sempre le stesse ossia regole eluse, sicurezza ignorata e responsabilità scaricate.

Il cittadino egiziano non era stato messo nelle condizioni di lavorare in sicurezza e quando è accaduta la tragedia è stato abbandonato al pronto soccorso di un ospedale dai colleghi che hanno cercato di giustificare le lesioni con un incidente domestico. Una vicenda all’interno della tragedia che rende ancora più drammatica la situazione. “Servono controlli, pene severe e, soprattutto, un cambio di mentalità” ribadisce Sarah Pantò. I cambiamenti devono riguardare Torino, il Piemonte e tutta l’Italia coinvolgendo Governo, Inail, Ispettorato del Lavoro e varie istituzioni pubbliche, sindacati e aziende. L’obiettivo dovrebbe essere ora quello di arrivare ad un nuovo patto sociale volto a migliorare la sicurezza e la tutela delle salute e ridurre nettamente le morti sul lavoro.