Caffè o bicchiere d’acqua al colloquio di lavoro? Se sbagli, sei fuori

I recruiter attuano dei test silenziosi durante il colloquio: quello del bicchiere d’acqua e della tazza di caffè è il più diffuso.

Possiamo avere un titolo di studio eccellente, un curriculum senza lacune e un sorriso smagliante, ma se non piacciamo a pelle a chi ci sta esaminando, non c’è trucco che tenga. Specialmente se quella persona ha il compito di scegliere chi assumere. Non possiamo controllare l’intuito altrui, ma possiamo evitare di sottovalutare dettagli che a noi sembrano insignificanti, mentre per un recruiter possono diventare il nostro vero biglietto da visita.

Colloquio di lavoro e candidati con dei bicchieri d'acqua
Caffè o bicchiere d’acqua al colloquio di lavoro? Se sbagli, sei fuori – salussolanews.it

Come ormai noto a chi cerca lavoro o lo ha cercato almeno una volta nella vita, i recruiter non si limitano a valutare il curriculum: osservano la personalità, il modo di porsi e la capacità di adattarsi al contesto.

Da qui nascono quei piccoli test psicologici silenziosi che aiutano i selezionatori a capire se la persona che hanno davanti è quella giusta. E visto che trovare lavoro oggi è una sfida titanica, meglio non perdersi in un bicchier d’acqua… o di caffè.

Selezione candidati: il test della tazzina di caffè e del bicchiere d’acqua

Un’azione che per molti è automatismo o pura distrazione, per i recruiter diventa un tassello importante nel processo di selezione. E no, non si tratta solo di una questione di educazione, ma di mentalità e abitudine.

Colloquio di lavoro. Sul tavolo curriculum vitae e tazza di caffè
Selezione candidati: il test della tazzina di caffè e del bicchiere d’acqua – salussolanews.it

Chi si prende la briga di riportare la tazzina o un bicchiere offerto dimostra attenzione ai dettagli, rispetto per il contesto e un atteggiamento collaborativo. Sia chiaro, ignorare la stoviglia vuota concluso il colloquio, non è detto che sia simbolo di noncuranza: molti non lo fanno perché non lo trovano naturale per il contesto, altri si vergognano perché sono in suggestione davanti al recruiter, eppure questo gesto può fare la differenza.

In un ambiente di lavoro, le soft skills sono spesso più importanti delle competenze tecniche. Questo perché saper lavorare in team, dimostrare responsabilità e avere cura degli spazi condivisi dice molto sulla persona che si ha davanti. E sì, anche un piccolo gesto come riporre la tazzina da cui abbiamo bevuto può suggerire quanto un candidato sia incline a integrarsi bene in un gruppo di lavoro.

C’è da dire che non tutti i recruiter lo usano, e non tutte le aziende danno lo stesso peso a questi dettagli. C’è anche chi ritiene che penalizzi ingiustamente i candidati più timidi o tesi durante il colloquio.

Ma se c’è una cosa certa, è che i dettagli contano. In un colloquio, tutto viene osservato: la stretta di mano, il tono di voce, il modo in cui si interagisce. Il test della tazzina è solo uno dei tanti piccoli segnali che possono influenzare la percezione di chi ci sta esaminando.

Quindi, la prossima volta che affronterai un colloquio, ricordati che è meglio portare la tazzina in cucina. Non costa nulla, e magari vale un’assunzione.

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