Si sente spesso dire che i giovani sembrano soffrire di dipendenza da cellulare. La realtà svelata da uno studio è anche peggio.
I primi cellulari sono comparsi poco più di vent’anni fa, e all’inizio permettevano solo di chiamare e mandare semplici messaggi di testo. Ora invece attraverso lo smartphone è possibile fare di tutto, dal navigare su Internet a gestire il proprio conto, tanto che perderlo sembra una catastrofe. Per noia o per lavoro è innegabile che abbiamo il telefono in mano per diverse ore al giorno.

Nei più giovani questo fenomeno è sempre più evidente, il che ha portato alla nascita delle app per il controllo parentale. Nonostante questo proprio perché si tratta di un fenomeno diffuso parlare di “dipendenza da smartphone” non desta particolare preoccupazione. Spesso anzi è un’espressione che si usa come battuta nei confronti di chi guarda sempre il cellulare.
Non è raro però che attraverso l’ironia si finisca con il dire qualcosa che invece è reale e tangibile. Così un tema di esperti dell’Università di Heidelbergh guidata dal dottor Mike Michael Schmitgen ha voluto approfondire i meccanismi neurali di ci è ossessionato dal proprio smartphone. L’obiettivo era capire se si trattasse di una dipendenza reale oppure no.
Quali rischi si corrono stando sempre al cellulare
Lo studio condotto dal dottor Schmitgen ha coinvolto un gruppo di venticinque volontari di età compresa fra i 18 e i 30 anni. A tutti è stato chiesto di spegnere il proprio smartphone e astenersene dall’utilizzo più totale per 72 ore. Dopodiché ogni volontario si è sottoposto a una risonanza magnetica al cervello per esaminare la sua attività cerebrale durante l’astinenza.

I risultati hanno mostrato che nel cervello dei volontari si attivavano le stesse aree cerebrali coinvolte nelle forme di dipendenza più comuni. Il confronto è stato fatto con le risonanze magnetiche di individui dipendenti dall’alcol, dal fumo o da sostanze stupefacenti. Da questi risultati appare chiaro che lo smartphone provoca dipendenza tanto quanto una droga.
L’aspetto più preoccupante è che è facile dedurre che rimuovere lo smartphone a una persona la possa rendere predisposta a delle crisi di astinenza. In più ogni forma di dipendenza tende a compromettere i rapporti sociali e la stabilità psicologica di chi ne soffre, a prescindere da quale sia la causa scatenante.
Non avere il telefono a portata scatena in particolare la paura di perdersi eventi importanti a causa del periodo da “scollegati”. Sempre dalle risonanze è emerso che un utilizzo moderato porta a sintomi meno evidenti, quindi anche nel caso degli smartphone darsi dei limiti aiuta a contenere i danni.