Piemonte, se stai male vai altrove: così la Lombardia vince sulla salute

Fughe di cervelli, ma anche di pazienti: tutti vanno in Lombardia per curarsi, per questo la Regione Piemonte chiede nuovi interventi.

Gli ospedali piemontesi dispongono di eccellenze assolute, ma queste non vengono sfruttate, anzi, vengono accantonate. E così il personale più preparato fugge fuori dal confine, dove il suo lavoro non solo viene valorizzato, ma inserito in strutture idonee.

Ambulanza nelle strade di Torino
Piemonte, se stai male vai altrove: così la Lombardia vince sulla salute (credit: ANSA) – salussolanews.it

Questo è il quadro generale: in Piemonte gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico sono solo due, l’IRCCS di Candiolo e quello di Piancavallo, la cui sede legale – guarda caso – si trova proprio in Lombardia. La Regione lombarda, invece, ne vanta ben 20. Il risultato, ancora una volta, è il disagio dei pazienti.

Persone che necessitano di cure sono costrette ad affrontare spostamenti costosi e spesso al di sopra delle proprie possibilità fisiche. Ma la situazione non è immutabile, o meglio, è giunto il momento di cambiare. Ci attende una vera e propria rivoluzione, con l’obiettivo di valorizzare una Regione ricca di talenti, ma anche di opportunità per chi la sceglie ogni giorno.

Piemonte in azione: in arrivo una rete IRCCS

Dopo anni di immobilismo, il Piemonte sembra pronto a fare sul serio. Perché i medici ci sono, le strutture anche, ma finora è mancato tutto il resto: investimenti, visione, coraggio. Ora qualcosa si muove. Il presidente Cirio ha deciso di rilanciare e punta alla creazione di una vera rete di IRCCS regionali, con l’obiettivo di trattenere i pazienti e valorizzare chi, ogni giorno, lavora in trincea.

Alberto Cirio presidente regione piemonte durante un discorso
Piemonte in azione: in arrivo una rete IRCCS (credit: ANSA) – salussolanews.it

Le prime mosse sono già sul tavolo: da un lato si vuole rafforzare l’Istituto di Candiolo, già riconosciuto ma con margini enormi di crescita; dall’altro, c’è l’ambizione di trasformare le Molinette in un IRCCS pubblico, degno del suo nome e della sua storia. Non si parla solo di etichette: un IRCCS attira fondi, progetti, competenze. Ma soprattutto, offre ai pazienti la possibilità di curarsi meglio, senza bisogno di prendere un treno.

Perché questo è il punto. Ogni volta che un paziente è costretto ad andare altrove, è una sconfitta. Non solo per lui, che deve sobbarcarsi spese, chilometri e disagi, ma per tutto il sistema. E ogni volta che un medico sceglie di andarsene, non è una semplice partenza, ma un’occasione persa, è un reparto che si svuota, è un futuro che si spegne.

Il Piemonte ha tutto per invertire la rotta. Non mancano le competenze, manca solo la volontà di metterle in rete. E se davvero questa sarà la direzione, forse potremo smettere di guardare alla Lombardia come un modello irraggiungibile.

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