Boom da Cina e Usa, ma in realtà siamo ‘solo’ in Piemonte: i dati parlano di una rivalutazione turistica che ha superato le aspettative.
Che l’Italia sia sempre stato un Paese competitivo nel campo del turismo, questo è un dato di fatto. Tuttavia, quello che sorprende è che stavolta ad attirare visitatori da tutto il mondo non sono solo le località di mare, ma quelle di montagna, dove l’atmosfera cambia, ma non per questo si rivela meno suggestiva.

I visitatori aumentano con percentuali superiori alla media nazionale, con numeri che parlano da soli. In crescita, più del resto d’Italia, anche i turisti dall’estero che sono il 53% del totale.
A trainare sono soprattutto i viaggiatori asiatici e americani, con una forte presenza anche dal resto d’Europa. E non si tratta solo di curiosità momentanea: le città vengono letteralmente prese d’assalto, segno che c’è qualcosa di più profondo dietro questo improvviso entusiasmo. Ma a cosa è dovuto questo incremento?
Il fascino del Piemonte (ri)scoperto dal mondo
Numeri alla mano, il 2024 è stato un anno da incorniciare per il turismo piemontese. E non parliamo solo di piccoli incrementi: le presenze sono aumentate del 6,4% rispetto al 2023, mentre gli arrivi hanno registrato un +8,1%. Due dati che, messi insieme, raccontano qualcosa di più di un semplice trend positivo. Raccontano un territorio che non solo ha saputo attrarre, ma anche trattenere, incuriosire, sorprendere.

La cosa interessante? La spinta arriva da lontano. Cina e Stati Uniti, certo, ma anche Germania, Svizzera e Francia continuano a essere bacini solidi di afflusso turistico.
E le città non stanno a guardare. Torino guida la classifica delle mete più ambite, complici musei, eventi e un fascino architettonico che mescola eleganza e storia. A ruota seguono Cuneo, con le sue valli sempre più richieste da chi cerca natura e tranquillità, e Verbania, che sul Lago Maggiore si conferma una delle località più instagrammate del Nord Italia. Bene anche Alessandria e Biella, meno centrali ma sempre più apprezzate per l’offerta enogastronomica e gli itinerari green.
Ma cosa ha innescato davvero questo boom? Probabilmente un mix di fattori: la voglia di un turismo più lento e autentico, lontano dalle rotte iper-affollate, unita a politiche regionali che hanno investito (e bene) in promozione e accoglienza. Perché, a dirla tutta, dietro le cifre da record non c’è solo il caso.
La Regione ha spinto sull’acceleratore con campagne mirate, puntando su eventi internazionali, promozione digitale e valorizzazione delle eccellenze locali. Ma a fare davvero la differenza è stato anche il passaparola: chi scopre il Piemonte, spesso non riesce a tenerlo per sé. L’autenticità dei borghi, l’accoglienza, l’enogastronomia e una natura che si lascia esplorare con lentezza hanno fatto il resto.