Le truffe online possono avere tante facce, e Letizia lo sa bene: grazie alle sue foto, i malviventi sono riusciti a truffare altre persone.
Si può essere denunciati, pur non avendo colpe, se non quella – fin troppo comune – di non aver protetto abbastanza le proprie informazioni. Quella che stiamo per raccontare è una storia come tante: una persona ignara, la cui immagine è stata utilizzata per estorcere denaro a vittime in buona fede. Sì, perché i truffatori oggi possono rubarci dati bancari, stipulare contratti a nostro nome e persino raggirare amici e parenti. Tutto questo, senza che ce ne accorgiamo.

Il conto da pagare, però, può essere salato. Dimostrare di essere stati incastrati, e di non aver preso parte attivamente alle truffe, non è sempre semplice. Se prima questi casi sembravano roba da film o da serie tv, oggi sono realtà concreta, molto più vicina di quanto pensiamo.
Non serve più essere personaggi famosi per vedersi rubare l’identità. Oggi basta avere un’email, un profilo social o un IBAN per finire nel mirino di chi traffica dati e clona vite. E i numeri del 2024 parlano chiaro: il fenomeno è in crescita ovunque, ma l’Italia – neanche a dirlo – è tra i Paesi più colpiti.
Le hanno rubato le foto per tirare su migliaia di euro: i rischi del furto d’identità
Un semplice profilo Facebook, la foto di una persona vera, un cognome reale, una storia credibile. Non c’è bisogno di essere hacker professionisti: tutto quello che i truffatori hanno usato era disponibile online. È quello che è successo a Letizia, una volontaria che, durante l’alluvione del 2023 a Campi Bisenzio, in Toscana, si è sporcata le mani per aiutare a spalare il fango. Le sue foto, pubblicate sui social, sono state rubate per creare un falso profilo.

Come ha raccontato lei stessa a TgCom24, nel profilo truffaldino c’erano la sua immagine e il suo vero cognome. Solo il nome era diverso. La truffatrice si faceva chiamare ‘Maria Bottai’, e aveva creato un personaggio inventato: una madre disperata con una famiglia da sfamare, che aveva perso tutto nell’alluvione.
Nei post, molto emotivi, si chiedeva aiuto per ricostruire la casa, e si invitavano gli utenti a donare tramite una piattaforma di raccolta fondi. Tante persone, mosse dalla compassione, hanno contribuito con donazioni vere. Ma dietro non c’era nessuna famiglia, nessuna emergenza reale: solo una truffa ben congegnata.
Purtroppo la Polizia postale, nonostante le indagini, non è riuscita a risalire ai responsabili. Ma Letizia, appena scoperto il profilo falso, ha sporto denuncia senza esitazioni.
Casi come questo accadono ogni giorno. A volte rubano solo le immagini, altre volte anche i dati bancari per aprire conti e truffare nuove vittime. Un controllo rapido su Google o sui social può fare molto. Perché oltre al danno per chi viene truffato, non è raro ritrovarsi coinvolti – e accusati – senza aver fatto assolutamente nulla.