La desertificazione bancaria colpisce il Piemonte: a seguito delle imminenti chiusure, 6mila persone rimarranno senza sportello.
Una volta c’era la filiale sotto casa. Ora, in molti paesi e periferie italiane, bisogna fare chilometri per trovare un bancomat funzionante o parlare con un impiegato in carne e ossa. Ecco, nei prossimi mesi la situazione è destinata a peggiorare. E non parliamo solo di piccoli centri: anche nelle città i tagli agli sportelli sono evidenti. Si chiama desertificazione bancaria ed è un fenomeno che si sta intensificando in questi ultimi anni, complice la digitalizzazione, ma non solo.

La scusa ufficiale? Sempre la stessa: siamo nell’era digitale, la gente usa l’app, quindi chiudiamo lo sportello. Vero solo in parte. È innegabile che l’online banking abbia ridotto il traffico fisico nelle filiali, ma talvolta, a mancare, sono gli stessi bancomat.
Ed è nel 2024 che la logica dietro la desertificazione è diventata più spietata: taglio dei costi e ottimizzazione della redditività. Le banche chiudono dove non ci sono abbastanza margini – ossia nei paesini, nei quartieri popolari, nelle zone ‘non redditizie’. E in molti casi, i servizi vengono affidati a tabaccai o ATM esterni con commissioni sempre più salate. Meno sportelli, più profitto. E questa volta, a rimetterci, sarà – anche – il Piemonte.
33 chiusure in 6 comuni del Piemonte: la situazione sta sfuggendo di mano
In Piemonte, la mappa delle chiusure è una lenta emorragia: come spiega il corriere di Torino, 33 sportelli in meno solo nei prossimi mesi, concentrati in 6 comuni. Ma il dato che impressiona davvero è un altro: il 63% dei comuni piemontesi è già oggi senza una banca. E non si parla di paesini con quattro case, ma anche di centri abitati dove vivono migliaia di persone.

Ad esempio, comuni come Borgomanero, Chivasso e Savigliano, ciascuno con una popolazione che supera i 20mila abitanti, hanno visto una significativa riduzione degli sportelli bancari negli ultimi anni. In totale, oltre 600mila rischiano di ritrovarsi tagliati fuori dai servizi bancari tradizionali.
Il malcontento tra i sindaci piemontesi è palpabile. Molti amministratori locali denunciano l’abbandono dei territori da parte degli istituti bancari, sottolineando le gravi ripercussioni sociali ed economiche per le comunità. Ad esempio, il sindaco di un comune colpito ha dichiarato:
“La chiusura dell’unico sportello bancario nel nostro paese rappresenta un duro colpo per i cittadini, soprattutto per gli anziani e le piccole imprese che ora dovranno affrontare disagi significativi per accedere ai servizi bancari di base.”
Il quadro attuale? Non solo logistico, ma anche sociale: per quanto possa sembrare banale vissuta all’esterno, questa situazione porta a spendere denaro per ritirare in servizi convenzionati come i tabacchini, ma rischia anche di accelerare lo spopolamento delle aree rurali e periferiche, già messe a dura prova da anni di tagli ai servizi essenziali.