In queste settimane milioni di cittadini piemontesi stanno ricevendo bollette insolite, alquanto su di giri: ecco cosa sta succedendo e l’errore da non fare.
All’inizio sembrava solo un ritocco stagionale, una leggera variazione da mettere in conto come ogni anno. E invece no. Le bollette che stanno arrivando in questi giorni a migliaia di famiglie piemontesi raccontano una storia diversa: una stangata vera, e nemmeno poi così silenziosa.

Luce e gas, soprattutto a Torino e nei grandi centri urbani, hanno subito rincari importanti: si parla di aumenti fino al 28% rispetto al 2024. Ma in alcuni condomìni si è arrivati a sfiorare il +40%, con cifre che mettono in seria difficoltà anche chi, finora, riusciva a barcamenarsi.
Eppure, in tutto questo, c’è qualcosa che non torna. Perché mentre molti si ritrovano con conguagli da capogiro, altri sembrano aver limitato i danni. Facendo una breve analisi, è interessante scoprire che non si tratta di fortuna, né di coincidenze. C’è una differenza chiara tra chi paga tanto e chi riesce a contenere l’impatto. E riguarda un dettaglio che in tanti continuano a ignorare, e porterà o meno a cifre da capogiro nella prossima stagione.
Bollette salate? La differenza la fa la casa in cui viviamo
I dati parlano chiaro: le bollette più leggere – guarda caso – le stanno ricevendo solo gli edifici nuovi, o quelli che rispettano i canoni di sostenibilità e risparmio energetico. Tutti gli altri, invece, stanno pagando il prezzo della mancata riqualificazione: impianti vecchi, isolamento scarso, gestioni poco oculate. A peggiorare il tutto c’è anche il teleriscaldamento, che in molti casi è rimasto fuori dai ‘giochi del risparmio’ e ha finito per pesare come il gas tradizionale.

E non è finita. Perché se l’inverno è stato salato, l’estate si preannuncia incandescente. Con l’arrivo del caldo – quello vero, africano e sempre più precoce – a salire sarà la bolletta dell’energia elettrica. I condizionatori, infatti, diventati ormai indispensabili, stanno per aggiungere l’ultima voce al salasso stagionale. E il paradosso è evidente, scaldarsi e rinfrescarsi costano sempre di più, in un paese dove si fatica ancora ad affrontare seriamente il tema dell’efficienza domestica.
Secondo le previsioni di Federconsumatori e ARERA, il 2025 rischia di chiudersi con una spesa di circa 900€ in più a famiglia per le utenze energetiche. Un numero che spaventa, ma che potrebbe essere anche più alto per chi vive in case datate e male isolate.
Alla fine, l’errore che sta costando caro non è l’aver acceso troppo i termosifoni, o il condizionatore un’ora prima: è il ritardo nell’adattarsi a un modello di consumo più intelligente, poiché non ci accorge della differenza finché non si hanno dati in mano, o meglio, in bolletta.