Ufficiale, chiusura di tutti i negozi in Piemonte: per un caffè bisognerà fare chilometri

Nei prossimi mesi si preannunciano chiusure imminenti di negozi e bar: le piccole imprese saranno costrette ad abbassare le serrande.

Si prospettano tempi duri per il commercio in Piemonte, che da anni affronta una crisi profonda, fatta di prezzi insostenibili e tasse al limite. Ma ciò che sta accadendo ai commercianti piemontesi sembra ricalcare il fenomeno della desertificazione bancaria, anche se non è chiaro se si tratti di una causa diretta o di un fenomeno parallelo. Una cosa è certa: si prevedono molte chiusure per questo 2025, soprattutto nei capoluoghi di provincia.

Serrande abbassate negozi e bar Piemonte
Ufficiale, in Piemonte stanno chiudendo tutti i negozi: per un caffè bisognerà fare chilometri – salussolanews.it

E mentre le città si svuotano, i Comuni lanciano l’allarme, segnalando una situazione che richiede un cambio di rotta urgente. Perché lo stop del commercio non può che portare alla morte del commercio stesso – e, con esso, anche del tessuto sociale ed economico del territorio.

A dare voce alla crisi è Confcommercio che, dati alla mano, ci ha messo di fronte a una realtà cruda, concreta e di estrema importanza, ma che continua a passare sotto traccia, salvo qualche sporadica lamentela puntualmente ignorata.

Il Piemonte verso la desertificazione: cosa sta succedendo

Tutti parlano di Intesa Sanpaolo, il colosso bancario che sembra intenzionato a chiudere gli sportelli nei Comuni piemontesi. Ma c’è un’altra emergenza, spesso ignorata: stavolta a rimetterci non sono i correntisti, ma i piccoli commercianti.

Serranda chiusa e focus sul lucchetto
Il Piemonte verso la desertificazione: cosa sta succedendo – salussolanews.it

Tra il 2012 e il 2024, il Piemonte ha perso ben 13.000 imprese del commercio al dettaglio – tra negozi in sede fissa e ambulanti – e 594 tra bar e ristoranti. Un trend inesorabile, che colpisce sia i centri storici che le periferie. A crescere, in controtendenza, sono soltanto le attività ricettive: +437 imprese in più nel periodo.

Negli otto capoluoghi di provincia, i numeri sono ancora più impietosi: -3.200 negozi (-25,35%) e -967 bar (-26,65%) in appena 12 anni. Aumentano invece i ristoranti (+21,31%) e i servizi di alloggio (+30,50%). Un segnale che suggerisce una trasformazione del territorio più orientata al turismo che alla vita quotidiana dei residenti.

Parallelamente, anche le banche stanno ritirando la loro presenza: solo tra il 2023 e il 2024, gli sportelli bancari sono passati da 1.626 a 1.574, e i Comuni serviti da 440 a 422. Sempre meno presidi, sempre meno servizi, sempre più chilometri da percorrere anche solo per bere un caffè o fare un versamento.

A lanciare l’allarme è Giuliano Viglione, presidente di Confcommercio Piemonte: “È in atto un gravissimo fenomeno di desertificazione commerciale che interessa l’intero territorio piemontese, a partire dai piccoli centri fino ai maggiori poli urbani”. Una situazione, questa, che ad oggi più che mai merita voce, nonché misure salvagente.

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