Detrazioni fiscali dimenticate degli anni precedenti: ecco come recuperarle, cosa serve e i limiti di tempo
Ogni anno, milioni di italiani compilano la dichiarazione dei redditi con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’importo dell’IRPEF da versare, approfittando delle agevolazioni previste dal sistema fiscale. Eppure, non è raro che alcune spese detraibili vengano dimenticate o ignorate, spesso per semplice disattenzione o per una scarsa conoscenza delle norme in vigore.
Si tratta di un errore più comune di quanto si pensi, che può comportare una perdita economica anche significativa. In questi casi, la domanda che sorge spontanea è: è ancora possibile ottenere un rimborso per le detrazioni fiscali dimenticate?
La buona notizia è che sì, è possibile rimediare, purché si rispettino regole precise e si agisca entro i tempi stabiliti dalla legge. La normativa fiscale italiana prevede infatti che, in caso di errori o omissioni nella dichiarazione, il contribuente possa presentare una dichiarazione integrativa a favore entro cinque anni dal termine ordinario previsto per la presentazione della dichiarazione originaria.
Questo significa che, ad esempio, per una dimenticanza relativa alla dichiarazione 2022 (redditi 2021), il termine ultimo per presentare una dichiarazione integrativa è il 31 dicembre 2027. Si tratta di una finestra temporale generosa, ma non infinita, che rappresenta un’opportunità importante per chi ha omesso, anche per semplice distrazione o scarsa informazione, di inserire una o più spese detraibili che gli avrebbero dato diritto a un rimborso.
Le detrazioni fiscali dimenticate possono riguardare una vasta gamma di spese: da quelle mediche e sanitarie (come visite, esami e farmaci) alle spese scolastiche e universitarie, fino ai costi sostenuti per lo sport dei figli, gli affitti agevolati o gli interventi di ristrutturazione edilizia.
Anche gli interessi sui mutui prima casa, le spese veterinarie e i contributi per colf e badanti possono rientrare tra le voci recuperabili. Tuttavia, per ottenere il rimborso, è fondamentale conservare tutta la documentazione che attesti la spesa: fatture, ricevute, quietanze. Il modello da utilizzare per la dichiarazione integrativa è il Redditi PF (ex Unico), anche se in origine si era utilizzato il modello 730.
Questo perché il 730 non consente l’invio di dichiarazioni integrative a favore. Il contribuente dovrà compilare correttamente i dati già presenti e aggiungere le informazioni mancanti, inclusi gli importi nel quadro RX, che consente di chiedere il rimborso o riportare il credito negli anni successivi.
La trasmissione può avvenire tramite CAF, intermediario abilitato o direttamente online tramite l’Agenzia delle Entrate, utilizzando SPID, CIE o CNS. È importante ricordare che non si può semplicemente portare in detrazione una spesa nell’anno successivo: farlo costituirebbe un’irregolarità.
Solo tramite la dichiarazione integrativa è possibile regolarizzare in modo corretto e trasparente la propria posizione fiscale. In conclusione, ricontrollare le vecchie dichiarazioni dei redditi può rivelarsi una mossa intelligente per recuperare le detrazioni fiscali dimenticate. Il fisco, in questo caso, offre davvero una seconda chance per rimediare a semplici sviste e ottenere ciò che spetta di diritto.
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