Google comunica in una nota ufficiale la sua intenzione di eliminare il superfluo: addio al sito italiano, ma cosa cambia per gli utenti?
Ormai è ufficiale: Google chiuderà a breve il suo dominio italiano con l’obiettivo di tagliare i costi e semplificare una struttura diventata nel tempo troppo frammentata. Si preannuncia quindi la fine di Google.it, una notizia che in poche ore ha sollevato preoccupazioni e perplessità tra gli utenti italiani, che – a dirla tutta – sono davvero tanti.

In Italia, praticamente chiunque abbia una connessione usa Google. Secondo il report Digital 2024 firmato da We Are Social e Meltwater, siamo circa 51 milioni gli italiani online – l’87,7% della popolazione. E tra questi, quasi 49 milioni fanno ricerche ogni giorno proprio su Google. Un vero monopolio, confermato dai numeri: il 95% del mercato dei motori di ricerca è nelle sue mani. Nessun altro si avvicina.
Tuttavia, la piattaforma rassicura: gli utenti italiani potranno continuare a utilizzare Google senza alcuna interruzione, ma con qualche modifica.
Google.it chiude: cosa cambia per gli utenti in Italia
Non è uno scherzo né un semplice restyling: tutte le versioni nazionali del motore di ricerca verranno gradualmente dismesse, compresa quella italiana. A comunicarlo è stata la stessa Google, parlando apertamente di una transizione tecnica globale, che coinvolgerà ogni Paese nel corso dei prossimi mesi. L’obiettivo? Semplificare l’infrastruttura, ridurre i costi di gestione dei singoli domini e convogliare tutto il traffico su un unico sito: Google.com.

Ma cosa cambia per chi, ogni giorno, digita Google.it? In pratica, molto poco. Gli utenti verranno automaticamente reindirizzati al dominio principale, senza perdere i vantaggi della localizzazione. I risultati delle ricerche continueranno ad adattarsi alla posizione geografica, come già accade da diversi anni, grazie a sistemi di tracciamento sempre più precisi e integrati.
Al massimo potrebbe essere necessario ripristinare alcune preferenze, come la lingua o le impostazioni del proprio account, ma l’esperienza d’uso non subirà stravolgimenti. Le ricerche resteranno rapide, pertinenti e personalizzate.
A cambiare sarà solo la barra degli indirizzi del browser. Il resto – compresa la capacità del motore di rispettare le normative nazionali – resterà intatto. Google punta così a unificare l’esperienza degli utenti a livello globale, approfittando dell’evoluzione dell’intelligenza artificiale e dei sistemi di geolocalizzazione, che oggi rendono superflue le vecchie distinzioni tra domini nazionali.
Se vi trovasse di fronte ad una reindirizzazione, dunque, niente panico. Si tratta, di una svolta tecnica, non un addio. E nel futuro che Google ha in mente, i confini nazionali – almeno online – sembrano avere sempre meno importanza.