Dalla roggia fontana Rifreddo alla roggia Molinara
Dalla roggia fontana Rifreddo alla roggia Molinara. Il nome di roggia Molinara o Molinaria, o propriamente roggia del Piano, come è descritto in taluni documenti, deriva dallo scopo per cui era utilizzata nel passato, anche non molto lontano; fornire energia idraulica ai mulini del borgo Piano. Nella parte superiore del suo corso, in tutti i documenti catastali è chiamata roggia Fontana Rifreddo, quindi la vera e propria roggia Molinara iniziava, con la parte inferiore del corso, a ridosso della ripa della provinciale di Biella. Fino ai primi di novembre del 1968, la roggia ebbe il suo regolare corso partendo dai confini di Cerrione e scorrendo a destra del corso dell’Elvo e ai piedi della Val Quera. Sul territorio di Salussola riceveva, da destra le acque sorgive in regione Rifreddo, e a sinistra le acque dell’Elvo. In prossimità dell’imbocco del vecchio ponte ottocentesco sull’Elvo, attraversava la strada provinciale di Biella per mezzo di un condotto di mattoni, e al Piano riceveva da destra le acque del rio Biecchio(a), del Riale San Pietro o Bacialero e del rio Sesiola, per andare a gettarsi nell’Elvo in regione Mulino dei Banditi. Le acque della roggia dovevano essere assai copiose se riuscivano a muovere le pale di ben quattro mulini disseminati, in epoche diverse, lungo il suo corso. Il primo mulino era ubicato all’inizio del corso inferiore, tra la ripa della strada provinciale (oggi ex regionale 143) e la strada comunale via Elvo. Il secondo mulino era ubicato all’inizio di Via Mulino del Maglio, il terzo, anche chiamato mulino del maglio per le attività che qui vi sia svolgevano, e l’ultimo è il mulino detto ” nuovo “, perché ultimo nato in ordine di tempo. Oggidì la roggia non è più atta allo scopo per cui era servita, le frane collinari e la piena dell’Elvo del 1968 ne hanno ostruito il corso superiore, nel tratto che va dalla vecchia provinciale di Biella fino alle sorgive del Rifreddo. Il tempo ha lasciato poche tracce dei mulini e la roggia, il cui proprietario è il Consorzio della Baraggia, serve da scolmatore ai rivoli della collina durante i periodi di pioggia. Il solo corso dove l’acqua scorre per alcuni mesi dell’anno inizia dalla confluenza con il rio Biecchio, che è alimentato dalle sorgive di Prelle e da altre della collina in Comune di Roppolo. Le acque della roggia, oltre che a fare girare le pale dei mulini e ad allagare i prati, alimentavano anche il lavatoio del Piano ed una pozza, a mo di lavatoio naturale, utilizzata dalle lavandaie della zona intorno a San Grato. Una strada sterrata, detta vicinale Olobia, si dipartiva a destra della provinciale per Cerrione, appena oltre l’imbocco del sentiero dei Mazzucchi, e scendendo lungo la ripa si dirigeva alla pozza formata nella Fontana Rifreddo. L’alluvione del 1968 ha cancellato tutto, ma nonostante lo sconvolgimento morfologico del terreno, oggi lungo quel tratto ci sono ancora alcune sorgenti tiepide, e che venissero utilizzate dalla lavandaie del borgo Monte in inverno, o contemporaneamente con l’altro lavatoio del borgo, quando venne costruito alla fine del 1800, sembra plausibile. Diverso il discorso del Piano, lì il lavatoio è ancora visibile sul retro del peso pubblico. Non ha alcun interesse storico, l’acqua non c’è più, le vasche sono in cemento e se non fosse perché relegato in un angolo nascosto, sarebbe già stato demolito. All’imbocco del vecchio ponte stradale si dipartiva un sentiero, che in parte c’è ancora, che costeggiava il corso della roggia, dopo qualche metro c’era una bella “ përa “ utilizzata dalle lavandaie de la Bastìa per lavare le lenzuola.
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