(3) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849
Salussola agosto 2020 – (3) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849. “ Il celebre Ottavi, professore d’ agronomia nell’ istituto di Sandigliano ha fatta l’ analisi di cinque saggi di terra da me speditigli, e su cento parti trovava nome, ossidi, materie detia terra, calce, arguta, sabbia di ferro, organiche, acqua. La sabbia è grossa nel Sarej, in Arro, al Carrobbio, finissima in Falciano ed alla Madama. Il suolo e per l’abbondanza d’argilla, e per la ricchezza di sabbia fina e per l’impermeabilità del sottosuolo è difficile ad ararsi nel più dei luoghi. Si sa però, che vi sono molte varietà nelle terre e bisognerebbe analizzarle tutte per conoscerne le modificazioni. Il prelodato professore volle pure conoscere la capacità che le dette terre hanno di ritenere, assorbire ed emettere i gas e l’umidità, e conchiudeva che cento grammi di terra dei Sarej essiccati a 36 gradi di Reamur e poi saturati d’acqua ne contengono grammi 20, 03; cento grammi di terra del Carrobbio ne hanno 30; di Falciano poi 44, 70; d’Aro 27, 30; della Madama 35, 50. La terra del Sarej emette l’ umidità siccome 23; di Aro 23, 50; di Falciano 24, 86; del Carrobbio 22, 94; della Madama 24, 04. Cento grammi di tali terre poiché stettero per ventiquattro ore esposti all’aria, all’umido, ed all’atmosfera di diversi gas pesavano: Sarej 101,50 grammi; Aro 102,20; Falciano 102,35; Carrobbio 101,05; Madama 101,60. Queste ed altrettali esperienze dell’illustre agronomo ci obbligano a considerare più fredde le terre della Madama, di Falciano, e poi quelle di Arro, del Carrobbio e del Sarej. Nelle regioni montuose occidentali si coltiva con profitto la vite, e cresce il castagno; nelle piane ed orientali le risaie occupano una grande estensione di terreno. Combaciano con esse s. Damiano, Villanuova, e Massazza ; circondano Arro, e si protendono sino a Vigellio. Non più antica di sessant’anni ne è la introduzione in molte regioni dianzi coltivate a secco, o popolate da alberi di alto fusto, quali si abbatterono dalla mano dell’uomo non mai sazio di guadagno. Si introdussero al Rolej , alla Niccolina, al Molliè, al Frascone, alla Campagna, al Boschetto, ai Dossi, alla Costa, alla Vercellona, a Tabbia, Taverna, Moscona, Rettoria, Vallona, ed al Marcellengo. La vegetazione in tali luoghi è poca, e se gettiamo lo sguardo sui campi li vediamo lindi e spogli di piante. Lo stesso colono ha interesse di tenere libere ed esposte più che può, le risaie ai raggi solari affinché più presto e meglio si decomponga la materia putrescibile, ed abbia il riso più larga copia di nutrimento. Più ricchi e popolati di piante sono i luoghi di ponente, quantunque si vadano anche questi ogni giorno depauperando. Dal taglio clandestino e furtivo, dalla poca sorveglianza e mala direzione del pascolo, dalle angustie del bisogno, e dall’ ingordigia dei possidenti che ogni zolla vorrebbero convertire in risaia si debbono precipitosamente ripetere le cause della distruzione dei boschi “.
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