(4) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849

foto tanti saluti 1920

Salussola agosto 2020 –   (4) E … State a Salussola con la cultura. Studio igienico statistico sopra Salussola del medico condotto nel 1849. ” Questo terreno è solcato da poca quantità d’acqua. Nel torrente Elvo, se non al sciogliersi delle nevi di montagna ed all’ imperversare di piogge, scorre ordinariamente poca onda. Vi esiste però una massima sproporzione fra la quantità ordinaria di acqua e l’estensione o superficie dell’alveo; quindi la poca acqua si divide, si sparpaglia, si sofferma, e l’evaporazione è facile, pronta e perenne. Irregolare, frastagliato è pure il tragitto dei canali d’irrigazione, e specialmente della roggia della Madama, dell’Odda, e di altri ruscelli, che bagnano la pianura coltivata a risaia. Ne emerge che si formano facilmente degli stagni acquosi di poca profondità, e per conseguenza in breve tempo soggetti al prosciugamento. Nella stagione estiva lungo lo stesso letto dell’Elvo se ne osservano quattro o cinque, che dall’uso di macerarvi entro la canapa acquistano maggior forza deleteria. Se ne contano poi altri molti all’Aunei piccolo, ai Dossi di s. Damiano, nella baraggia di Arro della Madama, della Vercellona ; questa anzi si può ritenere per un vero marese. Nei luoghi incolti ed abbandonati sia per le disuguaglianze parziali e per la compattezza ed impermeabilità del suolo, sia per il difficile scolo delle acque, bastano gli acquazzoni a generare delle accidentali lagune. Se ne incontrano ad ogni passo, e le medesime strade o viottoli, che congiungono i diversi luoghi campestri, si convertono dopo le piogge in altrettante pozzanghere. In questi stagni acquosi ancorché piccoli nascono, muoiono, e sotto l’influenza del calore e dell’umidità si putrefanno continuamente vegetali ed animali. Il Lanzoni racconta essere nel 1729 cadute nell’agro ferrarese si copiose piogge che non si vide raggio di sole insino a maggio. « Sic corruptae in imis vallibus acquae faetentes » dabant nebulas et in illis non ex illis pene infinita orie » bantur insecta, hinc erucae, culices, muscae, et varia » ranarum et bufonum genera quae totani terrae super» ficiem infecere, quod forte corruptionis aquarum, et » afiris signum evidens fuit. » Oltre i suddetti animali si trovano miriadi di elementi di, molluschi, infusori, pesci e molte specie di piante. Le polle d’acqua limpida, leggera e buona, scarseggiano, anzi mancano nella pianura, abbondano invece nei luoghi alpestri di ponente. V’è anzi una sorgente di ottima qualità al Casetto, la quale scende nella parrocchia del Monte. Nel suo tragitto entro canali mal custoditi e fra loro disgiunti cangia di proprietà, e si beve poi dall’abitante torbida ed insozzata non poche volte da ogni sorta di sudiciume. Gli egregi Demonte e Migliavacca occupati essendosi dell’analisi delle principali acque, riconobbero in tutte la presenza di carbonati e solfati di potassa e magnesia , di cloruri e joduri di calce, di principii ferruginosi , e di sostanze organiche. Le acque di Falciano e della Madama contengono maggiori quantità di sostanze organiche, di cloro-joduri, e di ferro e minori di carbonati alcalini che l’acqua di s. Secondo e del Monte “.

 

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di Claudio Circolari; Blogger, Storico Locale, Fotografo Amatoriale; Collaboratore Parrocchiale; Volontario Sociale: Tutto a titolo gratuito, senza scopi di lucro, ma solo per fini sociali