Riso in rosa per iniziare il nuovo anno, a tutti gli utenti del sito un bel regalo, un articolo di Piero Orecchia
Salussola Arro – Quando in agricoltura non era ancora diffuso l’uso dei diserbanti, per estirpare l’erba che si annidava in mezzo al riso la si doveva togliere a mano, e quando non bastava la manodopera locale, si ricorreva alla preziosa opera delle mondine di altre regioni. Erano ragazze e donne giovani provenienti dal Veneto e dall’Emilia e Romagna, tutte belle, cordiali e con una grande voglia di lavorare. Nel loro periodo di permanenza ( quaranta giorni ) tutte le sere era una festa. A quel tempo i collant non c’erano, e si usavano poco anche le scarpe ( mancavano i soldi ) quindi molte volte si ballava sulle aie delle cascine o in paese a piedi scalzi. Il loro spirito allegro ben si addiceva a noi piemontesi solitamente poco loquaci, e restavamo molto affascinati da cotanto ardore. Le ragazze del paese, specialmente quelle che avevano il moroso, per tutta la durata della monda, dovevano fare buon viso e cattivo giuoco in quanto vedevano in queste ragazze una possibile rivale in amore. Allora non ci si truccava, solo un po’ di rossetto sulle labbra e il bagno in casa non esisteva, si ricorreva nei mesi estivi, ai bagni o docce pubbliche. Rammento i più importanti, torrente Elvo, rio Garonna, roggia Madama, rio Odda, roggia Pista, erano insomma ragazze acqua sapone e allegria. Queste donne così socievoli hanno scritto nella storia del nostro paese una delle pagine più belle, e il loro ricordo sarà sempre una pagina in rosa.
3/01/2005 p.o. |