La nuova toponomastica: Via Molino dei Banditi

legenda via molini
NOTIZIE STORIA e COSTUME
Salussola 2 agosto 2017 – La nuova toponomastica: Via Molino dei Banditi. Via Molino dei Banditi è la vecchia strada comunale Molino dei Banditi, che non aveva nome, ed il tratto finale di Via alla Stazione. La via ha inizio dal passaggio a livello della ferrovia Biella Santhià,

incorpora un tratto della vecchia Via alla Stazione, e si dirige, rasentando la vecchia fabbrica dei Rubin Pedrazzo e la pista per aeromodelli, fino al Naviglio di san Damiano. Perché è chiamata Via Molino dei Banditi. La Via Molino dei Banditi, per la maggiore parte della sua estensione è già appellata strada Molino dei Banditi, senza però trovarne un logico riferimento sullo stradario comunale. La strada si estende sinuosa, su un pianoro sassoso, tra la sponda orografica destra del torrente Elvo, il Navilotto di San Damiano, la roggia Molinaria, la ferrovia Biella-Santhià e le prime propaggini collinari; la regione anticamente era l’alveo di un ramo dello stesso torrente, l’Elvo morto. E’ una zona avida per l’agricoltura, che solo da pochi anni è stata resa più fertile dagli impianti di irrigazione del Consorzio di Bonifica della Baraggia Biellese e Vercellese. La roggia Molinaria era alimentata dalle sorgive di regione Rifreddo e dalle acque del torrente Elvo fino ai movimenti alluvionali del 1968, e per quanto documentato, lungo il corso della roggia che ne prese l’appellativo, sorsero fino a quattro mulini, l’ultimo dei quali detto Molino Nuovo. Il canale irriguo Navilotto di San Damiano, scaricatore del canale della Mandria, alimentato dalle acque della Dora d’Ivrea, dove l’acqua è abbondante, forma una cascata tra il corso superiore e quello inferiore causato dall’orografia del terreno. Qui, agli inizi del 1920 sorse un edificio detto “ Molino dei Banditi “, il toponimo “ molino “ era derivato dall’attività che vi svolgeva al suo interno, cioè l’uso della forza idraulica. L’altro toponimo “ banditi “, forse era derivato dalla sua ubicazione, la regione Brianco, anticamente era covo di banditi. Il Brianco, per la sua boscosità, fu sempre luogo di scorrerie di briganti, e tanto per citarne qualcuno, qui vicino operò il ” Biundin “, un bandito che rubava ed aggrediva tra il Vercellese e il Biellese. Può essere veritiero che all’interno dell’edificio si asserragliassero o che venissero catturati e o uccisi dei banditi, ma la cosa non trova riscontri orali e documentali. Fin dal 1924, fu una stazione di pompaggio che innalzava l’acqua per irrigare il tavoliere soprastante coltivato a riso e una stazione generatrice di energia elettrica per la fabbrica della famiglia Rubin Pedrazzo, che si trovava all’inizio della strada. Una ventina d’anni or sono, era ancora possibile osservare, oltre all’enorme ruota, anche gli ambienti, parti di canalizzazioni e la struttura di un edificio un po’ pericolante. Attualmente l’edificio è stato abbattuto.
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di Claudio Circolari; Blogger, Storico Locale, Fotografo Amatoriale; Collaboratore Parrocchiale; Volontario Sociale: Tutto a titolo gratuito, senza scopi di lucro, ma solo per fini sociali

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