La nuova toponomastica: Via Prelle

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Salussola 20 luglio 2017 – La nuova toponomastica: Via Prelle. Dal nome già si può dedurre che la via è in zona Prelle. La borgata di Prelle è composta prevalentemente di tre rue, dalla vecchia strada di Zimone, dalla strada della Vigna Merla e dalla strada della Piscia,
che con la posa della nuova segnaletica si chiameranno Via Prelle. Il borgo interno di Prelle, ad iniziare dall’incrocio con Via Zimone, si chiamerà Via Prelle. Ma che cos’è il borgo di Prelle. Prelle sorge in una tranquilla vallata, sulle pendici delle dorsali minori della collina morenica della Serra, circondata da fitti boschi e terrazzamenti coltivati a vigna. Conta poche case ed un esiguo numero di abitanti, che sono solo circa una decina tra quelli che vi abitano stanzialmente, e quelli che usano la casa per il fine settimana. I fondatori di questo immenso cascinale sei settecentesco, dovevano essere una numerosa famiglia patriarcale, i Bosco, a quanto è dato a sapere dai più longevi abitanti del posto. Questa è una terra collinare boschiva, con risorgive e polle d’acqua, con prati e vigne che danno un corposo rosso ” di Prelle ” e in parte minima un più famoso Erbaluce. Le primitive genti erano rimaste molto isolate, e vivevano solo di quello che la terra dava loro. La prima vera via d’accesso, l’attuale strada provinciale Salussola Zimone, è solo dei primi decenni del mille novecento, prima c’erano solo dei sentieri come quello del Mazzucco, che ancora oggi attraversa il borgo prendendo il nominativo di strada della Vigna Merla. La strada del Mazzucco o Mazzucchi era la vecchia strada medievale, che partendo dalla cinta muraria del borgo di Salussola si addentrava tra i boschi, proseguiva per Cerrione e collegava i cascinali di Riunci, Lajasso, Montalbrino, Cibolla e Carengo. Tra i vecchi edifici del borgo spiccano le stalle e i fienili, ammirevoli costruzioni con delle forme architettoniche, che noi profani siamo usi vedere solo nelle vecchie dimore padronali. Quella era la vera ricchezza della povera gente, che costruiva le stalle come fossero delle dimore. La strada che l’attraversa ha ancora il fondo in ciottolato e due piccole rue che danno su altri cortili interni. I due cortili, hanno ognuno una fonte, dove l’acqua scorre incessante, e ognuno un’ effige di una Madonna dai contorni incerti e dai colori sbiaditi dal tempo. L’una è l’effige della Madonna d’Oropa e l’altra è la Madonna del Pilone. Un vecchio abitante racconta che in tempi passati, quando il tempo volgeva al brutto e prometteva la grandine, le donne si soffermavano a pregare davanti a quell’effige. Se si volge lo sguardo verso l’alto, qui dove il nuovo non ha ancora preso piede, è ancora possibile vedere semplici balconi di legno, dove i contadini mettevano ad essiccare le pannocchie e le granaglie. La zona è ricca di sentieri che si inoltrano nei boschi tra castagni, carpini, querce e gaggie. Si praticano la raccolta dei funghi (con autorizz. provinciale) e delle castagne, il trekking, la mountain bike e le escursioni a cavallo. Qui fino agli inizi del 1900, i lupi erano in agguato e pronti ad azzannare bambini, bovini e gli ovini al pascolo, ora ci sono scoiattoli e volpi, e scorrazzano i cinghiali che hanno trovato habitat dallo spopolamento della collina. Dentro al borgo, da segnalare un tipico cascinale con l’arco d’accesso carraio in mattoni, i capitelli ed i cardini in pietra dell’antico portone, la tecnica del ” cardine bucato ” in pietra risale al ‘600 – ‘700; le feritoie della stalla disposte in senso obliquo con funzione di camera d’aria; nei cortili le fontane e poco oltre il torchio che serviva tutta la comunità e lo sportello in ferro, quello che è purtroppo rimasto del forno a legna datato 1858; e vicino a un lavatoio in disuso i resti di un’antica condotta d’acqua; è un settecentesco bornello che portava l’acqua dal Casetto al borgo di Salussola. A qualche decina di metri dal borgo di Prelle, su di un prato (privato) di fronte all’area pic-nic, si erge maestoso un castagno secolare chiamato ” il castagno delle streghe “; è il castagno più vecchio del Comune e misura mt. 4,6 di circonferenza. In regione Casetto, vi è una sorgente dove dal troppo pieno sgorgano acque sovrabbondanti che alimentano il rio Biecchio, e fino alla fine degli anni del 1970 venivano utilizzate come fonte pubblica, immettendole nell’acquedotto comunale. Un’area pic-nic o di sosta è situata a 360 mt. d’altezza su una proprietà comunale, lungo la pista ciclabile Prelle – Lago di Viverone e a lato della strada provinciale Salussola – Zimone.

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di Claudio Circolari; Blogger, Storico Locale, Fotografo Amatoriale; Collaboratore Parrocchiale; Volontario Sociale: Tutto a titolo gratuito, senza scopi di lucro, ma solo per fini sociali

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