Convocazione dei comizi in vista del referendum regionale abrogativo sulla caccia
Salussola 19 aprile 2012 – Convocazione dei comizi in vista del referendum regionale abrogativo sulla caccia. Ai più è oramai noto che i residenti della Regione Piemonte, domenica 3 giugno, saranno chiamati ad esprimersi su alcuni articoli che regolano la caccia.
Il referendum abrogativo non chiede di abrogare totalmente la caccia, ma di limitarne alcuni aspetti. E’ richiesta l’abrogazione di quattro punti che la regolamentano e che andiamo di seguito ad elencare. 1) Divieto di caccia per 25 specie selvatiche. E’ richiesta la cancellazione dall’elenco delle specie cacciabili di venticinque specie di fauna selvatica italiana, con la conseguente istituzione del divieto di caccia. In caso di successo del referendum del prossimo 3 giugno 2012 in Piemonte rimarrebbero solo quattro le specie cacciabili, quali il cinghiale, la lepre, il fagiano e la minilepre, e sarebbe vietato cacciare la quaglia, la tortora, la beccaccia, il beccaccino, la pernice rossa, la starna, la cesena, il tordo bottaccio, il tordo sassello, il germano reale, il colombaccio, la cornacchia nera, la cornacchia grigia, la gazza, la pernice bianca, il fagiano di monte, la coturnice, il coniglio selvatico, il muflone,la lepre bianca, la volpe, il camoscio, il capriolo, il cervo e il daino. 2) Divieto di caccia la domenica. E’ richiesta la cancellazione della domenica dai giorni nei quali la caccia è consentita con la conseguente istituzione del divieto di caccia la domenica. 3) Divieto di cacciare su terreno coperto da neve. Oggi è già così: sono tuttavia previste numerose eccezioni (ad esempio la caccia alla volpe, agli ungulati e alla tipica fauna alpina) che il quesito vorrebbe invece eliminare. 4) Limitazione ai privilegi concessi alle aziende faunistico-venatorie. Di fatto, nelle ex riserve private di caccia si possono abbattere animali in numero maggiore rispetto al territorio libero, non dovendosi applicare i limiti di carniere per molte specie. Il referendum vuole abolire questo privilegio per chi può permettersi di andare a caccia in strutture private. Il quesito referendario non è abrogativo dell’attività venatoria, ma richiede un ridimensionamento di questa proteggendo specie a rischio di estinzione o di scarso interesse venatorio, restituendo ai cittadini la possibilità di frequentare la domenica in sicurezza boschi, campagne, monti, aree naturali della nostra regione. [redazione/salussola]